Via della seta o rotte atlantiche? Il futuro degli scambi internazionali
Se il XX secolo è stato dominato, nel bene e nel male dall'Atlantico, è chiaro che il XXI lo sarà dal Pacifico. Per gli Stati Uniti questo significa lo spostamento del baricentro economico, politico e scientifico dalla costa Est alla costa Ovest, per l'Europa rischia invece di portare a una relativa e progressiva emarginazione rispetto alle grandi trasformazioni future. Il progetto cinese Belt and Road, noto anche come BRI o Nuove vie della Seta, apre nuove opportunità per costruire rapidamente una rete infrastrutturale che colleghi il Vecchio Continente all'Impero di Mezzo. Per Marco Polo e Matteo Ricci, figure tuttora venerate in Cina, la strada verso l'Oriente fu alla base della loro fama: sarà lo stesso per i governanti europei disposti a legarsi strettamente a Pechino? Quali i rischi nel rafforzare l'alleanza con un regime autoritario e un sistema economico dominato dalle imprese di Stato? La strategia giusta nei confronti della BRI è quella degli accordi bilaterali, o piuttosto del fronte europeo unico? E come fare per preservare la fedeltà all'atlanticismo, dal 1945 elemento centrale del posizionamento internazionale dell'Italia?
Relatori
Luigi Consiglio
Presidente
Eccellenze d'Impresa
Filippo Maria Grasso
Corporate Vice President Institutional Affairs
Pirelli
Andrea Goldstein
Senior Economist
OECD
Nicola Levoni
Presidente
Levoni Spa